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L’INUTILITA’ DEGLI ESAMI DI STATO (EX MATURITA’)

             Egregio Signor Ministro, ho finito in questi giorni il mio lavoro di commissario di maturità presso una scuola per Geometri di Grugliasco (provincia di Torino), missione che faccio ormai da ben più di vent’anni, e oggi, come tantissime altre volte, mi chiedo per quale motivo si svolga questo rito che provoca stress e fatica inutile per i candidati e gli insegnanti  (almeno per quelli che affrontano seriamente l’impegno), se come nella stragrande maggioranza dei casi (e le statistiche lo confermano) diventa solo il momento della ratifica di quello che hanno deciso i consigli di classe al momento degli scrutini di fine anno, dove contravvenendo la legge che impone la sufficienza in tutte le materie per poter essere ammessi, si decide di dare la possibilità di fare l’esame anche a studenti con diffuse o gravi insufficienze.

            Nelle sessioni di lavoro di queste commissioni ho spesso avuto la sensazione di assistere a delle farse in cui i commissari interni (ma spesso anche gli esterni) per i più svariati motivi (ma sicuramente in buona fede, spero) non tengono assolutamente conto di quella che è la preparazione dimostrata dal candidato ma ad una miriade di altri fattori tra cui sicuramente la media che il candidato aveva a fine anno (nella quale però le insufficienze anche gravi sono diventate sufficienze, perché così vuole la legge, e la condotta che ha sempre delle valutazioni altissime perché molti consigli di classe non hanno ancora capito come attribuirla). Per non parlare poi dei presidenti che per paura di ricorsi sono sempre “buoni”.

            Signor Ministro Le chiedo perché continuare a fare questi esami spendendo tra l’altro decine di milioni di euro? Perché se è vero che l’indennità di missione per ogni commissario è irrisoria è anche vero che le commissioni sono migliaia. 

            Le chiedo di cancellare questi esami o di fare in modo che siano veramente un momento solenne di passaggio al mondo del lavoro o al mondo universitario facendo in modo che ogni candidato abbia veramente la consapevolezza di quella che è la sua preparazione vera, onde poter affrontare la Vita con maggiori possibilità di successo.

            Quello che le scrivo non è solo il mio pensiero ma anche quello di molti dei miei colleghi.

Torino, 09-07-2013

                                                                                          In fede: Emanuele Spadaro

                                                                                                         

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